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MACCHINE DI LEONARDO
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Codice Produttore
Descrizione
MACCHINE DI LEONARDO
Il modello è la ricostruzione tridimensionale di un disegno di Leonardo presente tra le pagine del Codice Atlantico. Si tratta del meccanismo che all'interno di un orologio serviva a regolare la velocità di discesa del peso. Leonardo e i suoi contemporanei lo chiamavano “tempo”, vocabolo che oltre al suo significato più immediato indica anche la battuta o scansione del tempo. Oggi per designare questo congegno si usa il termine “scappamento”.
MACCHINE DI LEONARDO
l Carro semovente è un progetto di un complesso automa meccanico ideato da Leonardo da Vinci, databile intorno al 1478.[1] Viene considerata l'antenata dell'automobile moderna. Lo schizzo del progetto è conservato nel Codice Atlantico. Dai numerosi schizzi del maestro conservati nel Codice Atlantico possiamo osservare le caratteristiche principali dell'automa, l'idea di Leonardo era quella di costruire una macchina in grado di muoversi, per far sì che questo avvenisse dovette munire la macchina di un sofisticato sistema di ruote dentate messe in moto da una coppia di molle in grado di immagazzinare energia utilizzabile a piacimento. Analizzando gli schizzi possiamo osservare come Leonardo avesse dotato il carro di un rudimentale differenziale permettendo così di impostare l'angolo di svolta dell'automa.
MACCHINE DI LEONARDO
L'Uomo vitruviano è un disegno a penna e inchiostro su carta (34x24 cm) di Leonardo da Vinci, conservato nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Celeberrima rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano, dimostra come esso possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure "perfette" del cerchio, che rappresenta il Cielo, la perfezione divina, e del quadrato, che simboleggia la Terra. Disegno molto famoso, copiato da molti altri artisti, ma l'unico originale è quello di Da Vinci.
MACCHINE DI LEONARDO
L’idea della barca a pale venne al grande Leonardo dopo aver considerato che una corrente di acqua metteva in movimento una ruota do tata di pale. In questo modo l’acqua generava la rotazione dell’albero al quale si potevano così collegare le macchine utilizzatrici. Leonardo pensò di sfruttare il sistema in maniera inversa, cioè invece di ricevere il moto dall’acqua per perm ettere la rotazione e generare energia, pensò di fornire energia su delle special i ruote dotate di pale e poste ai lati di un’imbarcazione. Fonte: www.museoscienza.org In questo modo le ruote, azionate da una semplice m anovella e poste in semi immersione in acqua, garantivano al natante un movi mento più agevole e continuo, in confronto alle semplici barche a remi. I remi in fatti dovevano essere manovrati in maniera ripetitiva e con una energia non continu a. In questo modo invece si sarebbe azionata in maniera costante la manovella c he avrebbe messo in rotazione le ruote rendendo più continuo il movimento e facil itando notevolmente la navigazione. Da questa idea poi nacque anche la bar ca a pedali, che si basa sullo stesso principio. Nel progetto di Leonardo ogni p ala era lunga circa novanta centimetri e le ruote misuravano circa 60 cm. Secon do i suoi calcoli, si poteva raggiungere una velocità di “50 milia per ora” face ndo compiere alla ruota 50 giri al minuto. L’obiettivo di Leonardo era sempre lo stes so. Permettere di muoversi in modo sempre più agile e sempre meno faticoso, rende ndo così più facile e efficace la navigazione.
MACCHINE DI LEONARDO
Un leone meccanico a grandezza naturale e capace di camminare, realizzato da Leonardo da Vinci all’inizio del ‘500, è stato recentemente riportato in vita da un esperto di automi e ora fa bella mostra di sè ad Amboise, in Francia, in quella che fu l’ultima dimora del genio rinascimentale. Regalo regale. Il leone, simbolo della Francia, venne costruito da Leonardo nel 1515 per il Re Francesco I: secondo le testimonianze dell’epoca l’automa era in grado di muoversi da solo e quando veniva colpito sul fianco con una frusta lasciava cadere dal ventre una pioggia di gigli, emblema della monarchia transalpina. Leonardo non ha lasciato alcun progetto o disegno del leone meccanico, ma solo alcuni schizzi molto dettagliati dei meccanismi che lo facevano muovere: utilizzando questi appunti Renato Boaretto, creatore di automi francese ed esperto meccanico, ha ricostruito questa stupefacente macchina. Il leone di Boaretto viene caricato manualmente, come un vecchio orologio a molla, è in grado di compiere una decina di passi, muove la testa e la coda, apre le fauci e, alla fine della sua esibizione, fa cadere a terra i fiori contenuti nello scompartimento segreto. No Leonardo? No party. Leonardo da Vinci trascorse l’ultima parte della sua vita alla corte di Francesco I, per il quale realizzò canali, palazzi e opere d’arte, ma anche numerose coreografie per feste e balli reali. "Era un mago degli effetti speciali, una specie di George Lucas dell’epoca" afferma Francois Saint Bris, direttore del castello di Close Luce, nella valle della Loira, che fino al 31 gennaio 2010 ospiterà, oltre al leone, una mostra dedicata a Leonardo e alle sue opere.
MACCHINE DI LEONARDO
La balestra di Leonardo o balestra gigante è un'arma da lancio progettata da Leonardo da Vinci, i cui disegni si trovano nel Codice Atlantico.[2] Mai realizzata dal genio universale, ne sono stati costruiti in epoca contemporanea vari modelli di studio nei musei dedicati a Leonardo. L'idea originale di Leonardo, come descritto nei disegni del Codice Atlantico (1488-1489)[2], è quella di costruire una balestra gigante in modo da aumentare la gittata del dardo, creando panico e spavento fra i nemici. Le braccia della balestra, per un'apertura totale di 24 metri, dovevano essere realizzate a sezioni lamellari, per aumentare flessibilità e potenza. Sei ruote ne assicurano il movimento. La corda di tiro poteva essere arretrata con un sistema meccanico e veniva fatta successivamente scattare per percussioni o mediante leva.[3]
MACCHINE DI LEONARDO
La catapulta è un'arma da guerra già utilizzata nel medioevo che viene rivisitata e migliorata da Leonardo. Come dimostrano i disegni sul foglio 140a/br del Codice Atlantico, che rappresentano sei progetti di catapulta a cucchiaio, il meccanismo di carica viene azionato tramite due grandi braccia di legno flessibile che permettono di aumentare la potenza di lancio. Il proiettile di pietra o di metallo viene collocato sull'estremità a cucchiaio di una lunga leva. L’operazione di carica fa girare il grande perno centrale e flettere il braccio di legno curvato. Terminata questa operazione, liberando il fermo di sicurezza si aziona il lancio immediato del proiettile verso l'obiettivo. La forza impressa al lancio è proporzionale alla lunghezza del braccio della leva quindi l’energia con la quale vengono scagliati i proiettili è elevata e in grado di far coprire al proiettile distanze considerevoli.